Sono già migliaia gli agricoltori e gli allevatori che dalle prime ore della mattina hanno invaso la frontiera del Brennero, tra Italia e Austria, per difendere l’economia e il lavoro delle campagne dai traffici di schifezze di bassa qualità che varcano le frontiere per essere spacciate come italiane. Nel piazzale scelto come campo base all'area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell'autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia) ci sono trattori, camper e pullman giunti nella notte.
Da Cremona, già alle 4 del mattino, sono partiti i pullman di agricoltori, fra cui tanti giovani e tanti allevatori, ora in prima linea nell'azione al valico del Brennero, capitanati dal Presidente Paolo Voltini e dal Direttore Tino Arosio.
Migliaia di agricoltori, fra cui oltre trecento cremonesi, sono ora schierati attorno al tracciato stradale e stanno fermando i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire, mentre sono sollevati cartelli per chiedere l’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti alimentari: “No all’Europa che blocca i profughi e spalanca le frontiere alle schifezze” o “Il falso Made in Italy uccide l’Italia”.
Dall’inizio della crisi sono state chiuse in Italia oltre 172000 stalle e fattorie ad un ritmo di oltre 60 al giorno - è la denuncia di Coldiretti - con effetti drammatici sull’economia, sulla sicurezza alimentare e sul presidio ambientale. E’ intanto l'Europa continua a spalancare le frontiere alle schifezze in arrivo dall'estero anonime (nei tir fermati stamattina, Coldiretti ha già trovato cagliate, pancette, ortaggi) poi destinate ad essere spacciate per made in Italy.
Per Coldiretti occorre fermare chi fa affari sulle spalle degli agricoltori e dei consumatori con le speculazioni sui prodotti, favorite dalla mancanza di trasparenza sulla reale origine e sulle caratteristiche degli alimenti, che stanno provocando l’abbandono delle campagne, sulla base dei dati Unioncamere relativi ai primi sei mesi del 2015 rispetto all’inizio della crisi nel 2007.
Su twitter la mobilitazione puo’ essere seguita con l’hastag #bastaschifezze
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