Risanamento ambientale e ristrutturazione degli impianti: sono le priorità esposte questa mattina dal Cavalier Giovanni Arvedi nel corso dell’audizione in Commissione Industria al Senato in merito al futuro del Gruppo Ilva.
Sul tema ambientale, Arvedi ha evidenziato come la ristrutturazione degli impianti a ciclo integrale sia una necessità per l’intera siderurgia europea in virtù dei nuovi standard emissivi.
L’imprenditore cremonese, inoltre, si è detto certo della possibilità di avviare a Taranto una produzione di acciaio ibrida con un ciclo integrale affiancato da forni elettrici a preridotto, alimentando così le colate continue di tecnologia ESP. “È la sola via per dimezzare le emissioni”, ha spiegato Arvedi. “Il progetto si fonda su costi del gas pari a quelli americani. Sappiamo che la TAP arriverà nel 2020 tra Brindisi e Lecce; il gas nel Mediterraneo non manca e riteniamo che, stipulando gli opportuni accordi, sia possibile raggiungere l’obiettivo. A Taranto si potrebbe dunque avviare un processo ben accolto anche dalla Banca Europea degli Investimenti e dal piano Juncker: come mi è stato confermato nei confronti con le istituzioni preposte, saremmo esattamente in linea con le indicazioni dell’Ue.”
Dopo il recupero ambientale, il Gruppo Arvedi prevede di passare al processo industriale, ossia al riammodernamento e alla riconversione: “Solo quando Taranto sarà tornata competitiva potremo iniziare a lavorare affinché gli stabilimenti di Taranto, Cornigliano e Novi e quelli di Cremona e Trieste si uniscano in una sola società, che potrebbe anche quotarsi in borsa”, ha proseguito il Cavalier Arvedi. “Si creerebbe così una grande dorsale siderurgica italiana, forte di prodotti piani: un soggetto da 12 milioni di tonnellate l’anno con un fatturato di 7/8 miliardi in linea con quanto succede all’estero, per esempio in Canada.”
Arvedi, inoltre, non ha escluso l’apertura della dorsale ad altri soggetti, anche nell'ottica di favorire un processo di consolidamento del settore, in linea con le politiche industriali più avanzate adottate da altri Paesi, per esempio gli Stati Uniti.
Gli obiettivi dell’imprenditore cremonese potranno essere raggiunti con l’ottimizzazione della verticalizzazione dei prodotti Ilva, i cui impianti consentono una capacità di conversione unica. A tal proposito, Arvedi si riserva di riavviare anche Afo5, fermo restando il rispetto dei limiti di emissione.
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Il Gruppo Arvedi rappresenta una delle più significative realtà siderurgiche a livello europeo. Fondato nel 1963 dal Cavaliere del lavoro Giovanni Arvedi, il Gruppo è attivo nella produzione di coils laminati a caldo decapati e zincati, di tubi di acciaio al carbonio e inossidabile, di rilaminati inossidabili di precisione e nel commercio di prodotti siderurgici. Grazie ad una precisa strategia di gruppo orientata all’innovazione tutte le aziende del gruppo (che contano in totale di circa 3.300 dipendenti) utilizzano le tecnologie più avanzate e operano nel pieno rispetto dell’uomo e dell’ambiente. La tecnologia originale Arvedi è brevettata in tutto il mondo sotto il nome di ISP ed ESP. Finarvedi Spa è la società holding del Gruppo Arvedi.
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