Il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ripercorre le fasi più difficili dell’emergenza sanitaria. «Sono nato e vivo a Lodi e sono stato profondamento coinvolto, fin dai primi istanti, dall’emergenza e dalle difficoltà che hanno drammaticamente investito i territori», dice. Così vicino alla primissima “Zona Rossa”, quella di Codogno e dei dieci Comuni del basso lodigiano. «Ho visto una consapevolezza civile molto elevata, la grande prova di responsabilità che hanno dato i cittadini in queste settimane di forte disagio è stata sotto gli occhi di tutti».
E, intanto, guardando al futuro avverte: «Si tratta di uno sforzo collettivo che deve essere affrontato in condizioni di sicurezza, conciliando le esigenze dell’efficienza produttiva con quelle della prevenzione del rischio sanitario, all’interno di un processo in cui risulta fondamentale il coinvolgimento delle parti sociali, del sistema delle imprese e del mondo del lavoro».
Riavvolgendo il nastro della memoria e ripercorrendo l’intera emergenza, il ministro vuole innanzitutto sottolineare che «la Difesa e le sue Forze Armate hanno risposto all’emergenza COVID-19 senza risparmio di energie sin dai primi giorni. Con numeri importanti, senso del dovere e capacità diversificate, messe a disposizione nell’ambito di una grande e sinergica operazione di supporto al Servizio Sanitario Nazionale e a tutto il sistema Paese. Di ciò, come Ministro della Difesa e come cittadino, mi sento profondamente orgoglioso. Il compito primario delle Forze Armate è la difesa del Paese, ma in questa pandemia, così come in ogni altra emergenza del passato, gli uomini e le donne della Difesa hanno dato risposte tempestive ed efficaci. Un contributo prezioso e determinante, reso possibile grazie alle capacità specialistiche e organizzative, alle risorse tecnologiche e, mi lasci dire, ad una eccezionale componente umana»...
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