Dieci anni di crescita, di eventi e di grandi soddisfazioni, con uno sguardo a un futuro che si preannuncia altrettanto ricco: così guarda ai primi due lustri del Museo del Violino, Gianluca Galimberti, presidente della Fondazione omonima e sindaco di Cremona.
«Voglio fare due premesse - dice -. Il Museo del Violino nasce dal binomio visione-generosità del presidente Arvedi dell’omonima fondazione. Una generosità, quindi, all’interno di una visione. E ricordo che il museo fu realizzato con l’accompagnamento dell’allora amministrazione Perri, con un lavoro iniziato tra il 2010 e il 2011. Noi siamo arrivati nel 2014, e da allora abbiamo vissuto ogni anno della storia della struttura. Sono stati anni di lavoro pazzesco e bellissimo».
Come si è caratterizzato questo periodo?
«In questi anni il museo ha acquisito una dimensione europea e mondiale fortissima, un punto di riferimento internazionale. Rappresenta un luogo di incontro tra l’artigianato artistico tradizionale – Guarneri, Stradivari, Amati – che ha segnato l’epoca d’oro della città, e l’artigianato artistico contemporaneo, perché non solo conserva l’arte ma la rinnova, con continuità. Un luogo di incontro anche tra saperi interdisciplinari, di pari passo con il resto della città. Si incontrano il sapere del liutaio e del ricercatore, del musicologo e dell’artigiano artista. E all’interno di questo incontro ci sta tutto il grande tema della ricerca, che segna l’attività del museo. Terzo incontro è quello tra musica e strumenti, tra liutai e musicisti. Anche questo è un tratto caratteristico non solo del museo ma anche della città. Siamo la città dell’incontro tra la musica e lo strumento. Quindi, è un luogo di crescita dell’artigianato artistico contemporaneo dentro il nostro essere patrimonio immateriale Unesco».
A questo proposito, sono stati fatti molti passi avanti…
«Sì. Ad esempio, abbiamo percorsi di formazione dei liutai seguiti da guru come Bruce Carlson e Fausto Cacciatori. Ho di fronte agli occhi l’immagine di liutai seduti a un tavolo con davanti 6 stradivari. La possibilità di realizzare un percorso di innovazione del sapere e della conoscenza è il nostro leit motiv. Abbiamo un museo con due laboratori interni, il legame con le università, con la Scuola di liuteria, con Casa Stradivari. Il Museo del Violino, dunque, è al centro di una rete di relazioni che ha nella conoscenza l’elemento chiave».
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