«Senz’altro un’esperienza bellissima e formativa che è servita per creare una comunità». Ferruccio Giovetti, 63enne geriatra che ha tentato la corsa in solitaria dopo non aver condiviso certe scelte del Centrodestra locale, si dichiara soddisfatto dell’esperienza vissuta di cui coglie uno degli aspetti positivi. Giovetti ha ottenuto poco più del 3,50% che potrebbe però risultare decisivo al ballottaggio, considerata la differenza minima che alla prima tornata separa Portesani e Virgilio.

A menta fredda, non ha nessun rimpianto per la campagna elettorale, oppure ritiene di aver trascurato qualche tematica o qualche fetta di elettorato?
«Premesso che essendo già stato in corsa alle precedenti elezioni posso dire che,  rispetto a quella di cinque anni fa, questa campagna elettorale è stata molto molto più impegnativa per la tensione che si è creata e per i rapporti con i competitori. Abbiamo lavorato parecchio, oserei dire il doppio o il triplo di cinque anni fa, per cui non credo di aver tralasciato nulla e nessun amico, anche se nel bailamme di quei momenti ci può forse stare. E’ anche vero che ormai tutti abbiamo una mailing list o un gruppo whatsapp con gli amici e tanti mi hanno votato proprio per amicizia. Un piccolo dispiacere è rappresentato dal fatto che, nonostante sia riuscito a crescere seppur di poco, non saremo in consiglio comunale. Siamo contenti, anche se speravamo di fare qualcosa di più, ma bisogna essere più realisti del re in certe occasioni, e comunque ci tranquillizza la certezza di aver fatto tutto ciò che potevamo fare».

Pensa che la vostra posizione sul nuovo ospedale possa aver inciso?
«Questo sinceramente non lo so: con la mia lista non abbiamo fatto calcoli politici quando abbiamo deciso di prendere una posizione così netta su quel tema, così come su altre macro aree e penso per esempio all’impianto di biometano, all’autostrada Cremona Mantova e alla bacinizzazione del Po. Di una cosa sono assolutamente certo: continuo a pensare che il nuovo ospedale non s’ha da fare, ma che piuttosto si debba investire in risorse umane, oggi così carenti,  e non tanto in muri».

Lunedì sera, ospite di Cremona1, ha detto che c’è qualche punto dei programmi di Portesani e Virgilio su cui si ritrova: può spiegare meglio?
«Prendo atto, e mi piace poterlo fare, che verso la fine della campagna elettorale entrambi abbiano tirato fuori la tematica della sicurezza, che noi abbiamo molto a cuore, tanto da averla messa nel simbolo. Ritengo che (...)».


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Paolo Fornasari

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