Lavoro, innovazione e formazione sono le tre parole chiave per comprendere il futuro dei giovani italiani: questo è ciò che emerge dal Rapporto Giovani 2017 dell’Istituto Toniolo, presentato venerdì 19 maggio a Palazzo Comunale, nell’ambito dell’incontro “La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2017. Riflessioni e confronti su giovani e lavoro e sull’indicatore dei Neet” promosso dal Comune di Cremona - Settore Politiche Educative, Piano Locale Giovani, Istruzione e Sport - Servizio Informagiovani Università.
Basato su un campione di oltre 9.000 giovani tra i 18 e i 32 anni, il rapporto fotografa il mondo giovanile, svelando aspettative, ansie e delusioni delle nuove generazioni italiane.
I lavori, moderati da Maria Carmen Russo, responsabile del Servizio Informagiovani Università del Comune di Cremona, sono stati aperti da Maura Ruggeri, Vice Sindaco e Assessore allo Sviluppo e all’Istruzione del Comune di Cremona che ha evidenziato come: “Il Rapporto Giovani rappresenta uno strumento interessante per poter valutare i percorsi che abbiamo intrapreso come Amministrazione in rete con altri soggetti del territorio al fine di creare le condizioni per offrire ai ragazzi maggiori opportunità per il futuro. Abbiamo fatto alcune scelte, incentivando un più stretto collegamento tra politiche per lo sviluppo, formazione e cultura, tra scuola e mondo del lavoro, anche attraverso l’alternanza scuola – lavoro, promuovendo l’autoimprenditività giovanile e il ruolo fondamentale dell’orientamento con azioni specifiche”.
Paola Bignardi, coordinatrice del Progetto Giovani dell’Istituto Toniolo, già presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, ha introdotto il Rapporto Giovani, nato nel 2011 dalla volontà dell'Istituto Toniolo di studi superiori, ente fondatore e garante dell'Università Cattolica del S. Cuore, di realizzare un'indagine sulla condizione giovanile a partire da un campione nazionale significativo, realizzato attraverso la somministrazione di un questionario articolato. “L'intenzione – ha commentato Paola Bignardi – era quella di conoscere come i giovani stanno vivendo la transizione all'età adulta in un contesto sociale complesso e poco attento alla condizione giovanile come l'attuale. Non solo: ci interessava avere non una foto statica del mondo giovanile, ma una vera e propria "biografia", un ritratto dinamico, capace di dare l'idea di come in questo contesto in rapida evoluzione si modificano, maturano, evolvono le scelte di vita dei giovani”.
A partire da questi presupposti si delineano l’impostazione personalistica del Rapporto, nel quale l’attenzione si concentra su tutta la persona nei suoi aspetti interiori, familiari, sociali, formativi e le tematiche principali dell’indagine: famiglia, formazione, lavoro, sistema di valori, attese, progetti... Non mancano poi approfondimenti legati all'attualità (Europa, web, istituzioni, professioni…) ed approfondimenti qualitativi sulla fede, sui migranti…
A partire da tale ricerca, inoltre, è stato possibile per l’Istituto Toniolo connettersi a progettualità sperimentali come quella riguardante i neet realizzata in network con Fondazione Cariplo.
Così il Rapporto Giovani è diventato Osservatorio giovani, luogo permanente di conoscenza, di promozione di conoscenza, in funzione di scelte formative, culturali, economiche, in funzione di politiche che vogliano assumere i giovani come soggetti protagonisti del presente e del futuro. L’obiettivo è quello di conoscere i giovani nelle loro attese, progetti, risorse, superando i luoghi comuni. L'Università è un luogo di giovani e di ricerca. Connettere questi due elementi è ciò che ha generato l'Osservatorio Giovani come servizio di conoscenza ma anche come promotore di prospettive sociali nuove.
Alcuni dati del Rapporto Giovani 2017 sono stati illustrati e commentati da Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale, Facoltà di Economia e direttore del Laboratorio di Statistica applicata alle decisioni economico-aziendali, Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Milano). Nel corso del suo intervento è stato approfondito il tema “giovani e lavoro” con una particolare attenzione al fenomeno dei Neet, ragazzi che non studiano e non lavorano e che si trovano in una situazione di incertezza e difficoltà a costruire il proprio percorso futuro, ma che hanno gli stessi obiettivi e gli stessi sogni dei loro coetanei che lavorano e devono per questo essere incentivati con strumenti adeguati.
La fotografia del Rapporto Giovani 2017 del mondo giovanile italiano presenta una generazione in equilibrio precario tra rischi da cui difendersi e opportunità a cui tendere, con freni culturali e istituzionali alla messa pienamente in campo di tutto il proprio potenziale, troppo spesso misconosciuto e sottoutilizzato. Il 92,2% degli intervistati dichiara di non essere riuscito a realizzare i propri desideri formulati l’anno passato di uscire dalla famiglia di origine.
Sotto la lente d’ingrandimento del Rapporto Giovani 2017 gli snodi principali della transizione alla vita adulta: la formazione, il lavoro, l’autonomia e le scelte di vita a partire dalla scuola. In tale ambito il Rapporto Giovani restituisce il punto di vista dei giovani del contesto scolastico, non solo sulla sua capacità di essere luogo di apprendimento, ma anche su come incide sul benessere individuale e relazionale, oltre che sulle ricadute rispetto agli altri ambiti di vita. Oltre tre quarti del campione complessivo concorda nel sostenere che l’istruzione scolastica serve in primo luogo ad attrezzare la persona, accrescendone le abilità e le conoscenze (80,5%), promuovendo la capacità di ragionamento (75,9%) e di stare con gli altri (75,3%). Sei intervistati su dieci sono convinti che l’istruzione sia anche una risorsa utile per affrontare la vita (60,5%).
Certamente il Rapporto Giovani 2017 attesta come il percorso formativo sia determinante sulla carriera lavorativa, sia sulle pratiche di partecipazione sociale e politica. In tale contesto il 31% dei giovani con licenza media o titolo inferiore e il 31,6% dei qualificati ha dichiarato di aver svolto volontariato, la percentuale sale al 41,4% tra coloro che hanno concluso gli studi con il diploma di scuola superiore e al 51,7% nei laureati. Invece per quanto riguarda la partecipazione ad attività di pressione pubblica (petizioni, raccolte firme, manifestazioni di piazza, campagne di sensibilizzazione sui social network, etc…) il 61 % degli intervistati con la laurea ha dichiarato di avere preso parte, contro il 49,7% di quelli con licenza media o inferiore.
Una crescente attenzione viene, inoltre, assegnata alle soft (o life) skills, le cosiddette competenze traversali, in grado non solo di aumentare l’occupabilità, ma soprattutto di trasformare il sapere tecnico in partecipazione di successo ai processi innovativi. I dati del Rapporto giovani mostrano come la consapevolezza di aver maturato tali competenze sia sensibilmente maggiore tra i laureati (63%) rispetto a chi ha avuto percorsi di formazione più breve: diplomati 55%, licenza media 50%, qualifica professionale 47%.
Il Rapporto Giovani 2017 punta l’attenzione in particolare su due tappe cruciali del processo di transizione alla vita adulta: l’autonomia dai genitori e la formazione di una propria famiglia. I dati mostrano come rispetto ad aspettative e progettualità i giovani italiani non si distinguano in modo rilevante rispetto ai coetanei degli altri paesi europei, mentre più ampio che altrove è il divario tra ciò che vorrebbero fare e quello che riescono effettivamente a realizzare. Lavoro e situazione economica rappresentano, infatti, per oltre il 70% degli intervistati un elemento che ha pesato abbastanza o molto nell’impedire l’uscita dalla casa dei genitori. A conferma dell’importanza dei fattori oggettivi, la categoria più penalizzata risulta, come era logico attendersi, quella dei Neet, per la quale lavoro e congiuntura economica sono stati ostacoli rilevanti in più dell’80% dei casi (83% per il lavoro, 84,6% per la situazione economica).
Proprio a loro viene dedicata un’attenzione particolare dal Rapporto Giovani 2017 dal quale emerge come al «non» studio e lavoro tendono ad associarsi anche altri «non» sul versante delle scelte di autonomia, di formazione di una famiglia, di partecipazione civica, di piena cittadinanza. Dal quadro si evidenzia un profilo di Neet con caratteristiche e comportamenti ben identificabili attraverso le attività svolte sui social network, sia sul versante delle preferenze e dell’uso come intrattenimento sia – anche se in modo minoritario – sulla ricerca di informazioni legate al lavoro e utili per uscire dalla condizione di «stallo e inattività». Ad esempio il 50% dei Neet passa almeno un’ora su Facebook e poco meno del 20% addirittura più di tre ore.
Il Rapporto Giovani 2017 esplora anche l’atteggiamento delle nuove generazioni verso il confronto tra culture e la possibilità di un destino comune senza confini. Quello che emerge è il ritratto di una generazione che non vorrebbe chiudersi, ma aprirsi al futuro e al mondo con un’Europa politicamente più forte verso l’esterno e socialmente più solida all’interno. Ma anche consapevole delle difficoltà, disillusa nei confronti delle istituzioni, timorosa – soprattutto nelle sue componenti culturalmente e socialmente più fragili – di trovarsi abbandonata di fronte ai rischi di aperture e cambiamenti, senza poter davvero accedere a nuove opportunità. Basti pensare che il 70,8% dei giovani italiani lavorerebbe all’estero con una percentuale più elevata rispetto ai coetanei delle altre nazioni.
Il Rapporto Giovani 2017 attesta anche come i Millennials siano aperti alla sperimentazione di nuove forme di interazione sociale, di confronto orizzontale, di scambio e condivisione di informazione in rete, anche di partecipazione sociale e politica dal basso. Il 90,3 % dei giovani del campione dichiara di possedere un account su Facebook. Ad esso fa seguito, ma a significativa distanza Instagram rispetto al quale la percentuale di chi dichiara di avere un account attivo si ferma al 56,6%.
L’atteggiamento della maggioranza dei giovani non è comunque ingenuo, anche se è abbastanza diffusa l’esperienza di situazioni negative (come trovarsi vittime consapevoli o inconsapevoli di «bufale», trolling e hate speech). In tale ambito, i giovani che hanno dichiarato di avere avuto una esperienza diretta di trolling sono il 37,7% come «spettatore» della vicenda; il 13% come vittima e, infine, una quota minoritaria, ma comunque importante, pari al 9,3%, come responsabile.
Il Rapporto Giovani 2017 ci presenta anche un universo giovanile non scevro da comportamenti a rischio (come avere rapporti sessuali occasionali non protetti, il consumo di droghe, l’abuso di alcol), mettendoli in relazione con norme sociali, tipo di rapporto con i genitori e dimensione morale. I dati indicano che non si tratta di comportamenti nel complesso marginali, dato che quasi un intervistato su due dichiara di aver tenuto almeno una delle condotte a rischio negli ultimi dodici mesi; la frequenza è però spesso occasionale.
“L’insieme delle analisi proposte restituisce il quadro di una generazione che ha necessità di essere capita, di non essere sovraccaricata di aspettative da parte delle generazioni più mature, ma di essere aiutata a dar forma ai propri desideri e incoraggiata, con strumenti adeguati, a trasformarli in solidi progetti di vita – ha spiegato Alessandro Rosina - una generazione che vuole mettersi alla prova e poter esprimere il proprio protagonismo positivo nel mondo che cambia”.
“L’Informagiovani del Comune di Cremona – ha commentato Maria Carmen Russo – presta grande attenzione alla lettura questi dati dai quali trae spunto per comprendere il mondo giovanile in tutte le sue sfaccettature e per progettare interventi che possano offrire risposte concrete alle reali esigenze dei ragazzi. Il tema “giovani e lavoro” è al centro non solo dei servizi di orientamento e accompagnamento presso il nostro sportello, ma rappresenta uno dei cardini delle azioni orientative e di quelle legate all’alternanza scuola – lavoro che realizziamo nelle scuole al fine di offrire agli studenti tutti gli strumenti utili per affrontare in modo efficace l’inserimento professionale”.
A conclusione dell’incontro, alcuni partner del progetto “Talenti Diffusi” hanno proposto interessanti spunti di riflessione che sono stati approfonditi da Alessandro Rosina.
In particolare, si è parlato di alternanza scuola – lavoro quale prezioso strumento per allenare le competenze non solo per il lavoro ma per la vita e dell’importanza del dialogo tra scuole ed aziende per favorire lo sviluppo delle competenze necessarie per il futuro, come ad esempio le competenze digitali.
I RELATORI
Paola Bignardi, cremonese, è impegnata da anni in ambito sociale. Attualmente collabora con la Casa Famiglia S. Omobono, che accoglie donne in difficoltà e di cui è stata responsabile fino allo scorso anno. Impegnata nell’associazionismo laicale, è stata Presidente diocesana dell’Azione Cattolica a Cremona e poi Presidente nazionale della stessa associazione. Attualmente, è membro del Comitato di Indirizzo dell’Istituto Toniolo dell’Università Cattolica e per il quale cura la realizzazione del Progetto Giovani. È anche membro del CdA dell’Università Cattolica.
Alessandro Rosina è professore ordinario di Demografia e Statistica sociale alla Facoltà di Economia dell'Università Cattolica di Milano, dove dirige il “Dipartimento di Scienze statistiche” e il “Center for Applied Statistics in Business and Economics". E’ stato membro del Consiglio direttivo della “Società Italiana di Statistica” e redattore capo della rivista “Popolazione e storia”. Ha svolto il ruolo di esperto in Commissioni ministeriali, Istat e Programmi della Commissione europea. E’ attualmente presidente dell’associazione “Innovarexincludere”. Scrive per “La Repubblica” ed è tra i fondatori della rivista online “Neodemos”. Coordina il “Rapporto Giovani” dell’Istituto Toniolo. Tra i suoi libri più recenti: “Non è un paese per giovani. L’anomalia italiana: una generazione senza voce” (con E. Ambrosi, Marsilio, 2009), “Neet. Giovani che non studiano e non lavorano” (Vita e Pensiero, 2015), “Il futuro che (non) c’è” (con S. Sorgi, Bocconi editore). www.alessandrorosina.it
L'ISTITUTO GIUSEPPE TONIOLO DI STUDI SUPERIORI
L’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori è l’Ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ha per scopo la formazione, la promozione, lo sviluppo della ricerca in ogni disciplina e la diffusione della cultura di ispirazione cristiana. Riserva un’attenzione particolare ai giovani, contribuendo a sostenere anche economicamente il percorso formativo di studenti e ricercatori meritevoli. Ha promosso, in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, il Rapporto Giovani, base per un Osservatorio permanente sulle nuove generazioni in Italia. www.istitutotoniolo.it
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