Da poco più di un anno, è nata grazie alla spinta di un fondo di investimento da 50mila euro, e nei primi quattro mesi del 2016 ha superato il fatturato dell’anno precedente. Da un team composto attualmente da 8 persone, mira a crescere fino a 20 addetti nel 2017. AppQuality è un nome sempre più noto nel mondo delle start-up innovative grazie ai suoi servizi venduti ad alcuni dei marchi più conosciuti: da Coop passando per Samsung Italia, Sky e Unicredit. Ed è un progetto interamente cremonese.
Tre sono i fondatori: Luca Manara (CEO), Edoardo Vannutelli Depoli (CTO) e Filippo Renga (mentor e network), a cui si aggiungono altri collaboratori sparsi fra Cremona e Milano. Tutti e tre ex compagni del Politecnico, età media 35 anni, dopo la laurea hanno preso strade differenti, ma non si sono mai persi di vista: «Per sei anni ho lavorato a Londra nel ramo del marketing per una grande azienda – racconta Luca Manara –, ma avevo in testa di fare qualcosa che fosse impresa». Da lunghe chiacchierate coi due vecchi compagni di corso nasce AppQuality, una start-up specializzata nel testare approfonditamente e prima del lancio le applicazioni destinate a smartphone e tablet.
Nati all’inizio del 2015 grazie a un incontro con un fondo d’investimento italiano, che ha creduto nell’idea e avviato un primo finanziamento, hanno prima iniziato a costruire il team (coi fondatori ci sono altre cinque persone che lavorano a distanza sullo sviluppo e project managing: età media 25 anni) e quindi, naturalmente, il prodotto. A metà dello scorso anno hanno iniziato a vendere. E il mercato li ha premiati da subito.
«C’è stata una crescita importante – continua Manara –. Per il 2017 vorremmo espanderci a livello internazionale sui mercati europei, perché oggi i principali clienti sono italiani, e vorremmo consolidare il team fino ad arrivare a 20 persone. Stiamo cercando un secondo round di investimento attorno al milione di euro: il primo era di 50mila euro, dato sull’idea, adesso stiamo correndo per la parte successiva, perché il prodotto è stato molto comprato, premiato da una validazione del mercato. Siamo in contatto con alcune persone per strutturare il team e vedere come interagire a livello internazionale».
Tutto questo accade a Cobox, il coworking voluto dal Crit, il consorzio di imprese cremonesi dell’IT impegnate nella creazione del nuovo Polo Tecnologico nell’area dell’ex Macello. «Abbiamo pensato subito a Cobox per la nostra sede – spiega ancora Manara –: siamo tutti cremonesi, Cobox ha un approccio flessibile ai servizi che offre, e permette di operare da subito senza grandi problemi burocratici e con servizi già disponibili. E un coworking genera un sistema capace di interconnessioni continua su idee, pensieri, innovazione».
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