«L’architettura affronta i problemi sociali, deve accompagnare la società a trovare un percorso giusto per una vita migliore»: così la pensa il giovane architetto Nicolas Decima, cremonese con genitori argentini. Dopo aver frequentato l’Istituto per geometri Pietro Vacchelli, ha conseguito la laurea triennale presso il Polo di Piacenza del Politecnico di Milano e la Magistrale nella metropoli. In seguito si è laureato anche all’Universidad de Belgrano di Buenos Aires. Oltre alla libera professione, dal 2019 è collaboratore esterno alla didattica nel “Laboratorio di Progettazione Architettonica e Urbana”al Politecnico di Milano, sede Leonardo.
Cosa è risultato particolarmente stimolante nel suo percorso di studi e nel successivo inserimento lavorativo?
«La tesi della laurea magistrale trattava delle costruzioni in terra cruda per le popolazioni del terzo mondo, più precisamente degli edifici anti sismici, argomento che mi ha appassionato molto. Per quanto riguarda le prime esperienze lavorative, in Argentina ho lavorato, in seguito al tirocinio curricolare, con lo studio Iannuzzi&Colombo. Tornato a Cremona, ho iniziato a lavorare con il geometra Antonio Carini, compiendo un’esperienza molto importante, perché con lui ho appreso le basi del mestiere. Attualmente sono un libero professionista».
Ha ricevuto consigli nella scelta degli studi?
«Sono stato sempre abbastanza coerente con gli obiettivi che avevo chiari dentro di me. Mi sembra giusto però precisare che mio padre è architetto ed è quindi probabile che il background abbia influito, magari inconsciamente»...
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